Non sapere qualcosa può generare un senso di inadeguatezza per la paura di non essere competitivi. Ma l'ambito culturale, a mio avviso, deve nutrirsi innanzitutto di aneliti, spinte a, sguardi oltre, slanci verso, non di ansie da prestazione. Alla fine si raggiunge sempre un risultato. Ma senza quel prurito intellettuale in sè e per sè si rischia semplicemente di appiattirsi su necessità e interessi particolari.
Mi interessa pertanto avviare questa sezione dedicata a chi vive di cultura, a chi cerca di farne una professione, con un invito a "curiosare", a spingersi sempre oltre i propri limiti. E questo implica un'apertura verso l'esterno. Comunicare e mantenere vivo il dialogo con gli altri è fondamentale per allargare gli orizzonti, per essere aggiornati, ma soprattutto per solleticare lo spirito. Essere frizzanti, vivaci, originali, capaci di uno sguardo "vivo".
La cultura vive di e nei processi, nelle dinamiche, negli atteggiamenti che promuovono condivisione, partecipazione, comunicazione, continua interrogazione. I prodotti culturali sono delle risposte sempre parziali, sempre discutibili, non bisogna innamorarsene. Bisogna piuttosto mantenere viva la pratica, la ricerca, senza irrigidirsi , ma "giocando con i modelli".
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