PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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3.1.13

ENews: Così, per caso

"Abbandonando le enclaves esclusive in cui sovente ci nascondiamo forti delle nostre consapevolezze e agiati del nostro background, è tempo altresì di tornare a un’antica operosità per promuovere un
nuovo modo di fare cultura aperto e dialogico.
Perché ciò accada è fondamentale che l’arte irrompa nella vita quotidiana e ne riprenda gli spazi, emancipandosi da quei luoghi di conservazione e necrosi che ne sono talvolta spazi esclusivi e deputati di fruizione per iniziati. E’ necessario infatti che l’uomo comune inciampi in momenti di creatività generando una sorta di “ricezione nella distrazione”, che ci si interroghi su come l’arte e le altre forme di industriosità creative possono valorizzare la vita quotidiana dei cittadini, favorendone la partecipazione ai processi culturali"
Claudia Cottrer, Dell'arte ribelle,
in Tafterjournal n. 55 - gennaio 2013 - numero speciale Epos"


Da "profana" mi avventuro in una scrittura che parla d'arte. Eccomi, la profana, ecco la sensazione di "profanare" che la dice lunga sulla mia sensazione di inadeguatezza verso un settore, quello artistico, che seguo da semplice fruitrice, che amo e che vivo nella libera espressione di un gusto, di uno stimolo, di un percorso di esplorazione, peregrino, irregolare, antisistemico, quindi irriducibilmente personale.
Ma così, in effetti, di sicuro inciampo in momenti di creatività...
L'arte per molti, l'arte per pochi, l'arte dei critici, l'arte dei fruitori?
L'arte e l'umanità che si esprime, che cerca uno suo spazio, una sua stessa definizione, questa è la sola arte che conosco, che sento.
Laddove giace quella molla, quella motivazione "urgente" di farsi vita troviamo le radici, nella nostra capacità di ascoltare e trasformare soliloqui e monologhi in discorsi collettivi, risiedono gli spazi di fluorescenza.



Torino, Palazzo Madama, MadamaKnit2012

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