PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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28.4.12

SegnaVIE: "Motivo" di Cecilia Meireles


 

Motivo

 

Eu canto porque o instante existe
e a minha vida está completa.
Não sou alegre nem sou triste:
sou poeta.

Irmão das coisas fugidias,
não sinto gozo nem tormento.
Atravesso noites e dias
no vento.

Se desmorono ou se edifico,
se permaneço ou me desfaço,
— não sei, não sei. Não sei se fico
ou passo.

Sei que canto. E a canção é tudo.
Tem sangue eterno a asa ritmada.
E um dia sei que estarei mudo:
— mais nada.


Canto perché l’istante esiste/e la mia vita è completa./Non sono allegro né triste:/sono un poeta.
Fratello delle cose fuggitive,/non provo piacere né afflizione./Attraverso notti e giorni/nel vento.
Se demolisco o edifico,/se sono o mi annullo,/non so, non so. Non so se rimango/o passo.
So che canto. E il canto è tutto./Ha sangue eterno l’ala ritmata./E un giorno so che rimarrò muto:/– più niente. [Traduzione di  Mirella Abriani]

Cecilia Meileres, grandissima voce lirica del panorama letterario brasiliano, nella poesia "Motivo" riflette sull'atto poetico e dunque sul poeta che definisce "fratello di cose fugaci". 

L'io lirico non può che cantar il presente, il qui ed ora. Il presente, infatti,  sfugge ma è protagonista in nuce della poesia perchè governa il gesto della scrittura stessa che nasce nell'istantaneità dell'essere. E per lei quella scrittura è l'unica certezza.







 

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