PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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6.5.12

HandPAGE: Peregrinazioni...



Peregrinazione, parola di cui quest'anno sono custode.
Parola a me vicina per esperienza, ma anche così semanticamente ricca da visualizzare innanzi una "porta sempre aperta" al passato, al presente, al futuro...
Evoca irrequietezza, instabilità. 
Peregrinando si prende il largo, ma senza trovare un approdo. Qualcosa, qualcuno spinge a ripartire, a rimettersi in movimento, in gioco. 



Quando viaggiamo abbiamo un tempo e uno spazio, abbiamo delle coordinate. 
Facciamo viaggi in mare, viaggi in montagna, viaggi in città, viaggi esotici, viaggi da soli, viaggi in  gruppo, viaggi forzati, viaggi agognati. 
Si parte, ci si sposta, si arriva, si ritorna. 
L'esperienza dello spostamento, la visualizzazione di "altro", altro da sè nelle persone incontrate, "altro" rispetto ai paesaggi naturalistici o interiori della nostra quotidianeità, diventano linfa di un cambiamento, o meglio di un "movimento" che può produrre cambiamento. Ma si può viaggiare "consumando" sapori, profumi, paesaggi, luoghi e persone senza alcuna intenzione di cambiare, salvo poi magari "scoprire" comunque qualcosa di sè. 


Le peregrinazioni di una persona però evocano anche la difficoltà che l'instabilità genera. L'essere senza radici, perderle, non riuscire a ritrovarle ha in sè qualcosa di faticoso, quasi doloroso. E intanto si vive di passaggi, incontri, esperienze. 

Peregrinazione, forma più antica rispetto a quella meglio conosciuta di "pellegrinaggio", rimanda anche al percorso religioso verso luoghi sacri, lughi carichi di fascino e mistero in cui trovare, ritrovare, ritrovarsi. Ma è un aspetto, una modalità tra le tante possibili.
Se invece guardiamo all'etimologia latina andare per aegrum  è 'andar per campi' mentre peregrinus 'forestiero, stravagante' è un viaggiatore  insolito che si muove in terre ignote...

Ogni giorno possiamo viaggiare verso l'ignoto, senza meta e perfino senza una mappa, abbandonando luoghi comuni e pregiudizi, presunte e comode certezze, per conoscere, per superare muri, ma anche per  tornare sui propri passi, fare un giro più largo, senza sentirsi mai "arrivati".  Può essere il viaggio di una vita o solo un frammento della stessa...


Le scienze cosiddette postmoderne ci suggeriscono che i significati, i simboli si costruiscono nel dialogo con gli altri e solo in quello spazio di condivisione- che crea comunità- hanno valore. Muoversi da una comunità all'altra allora è un continuo peregrinare in terra straniere dove sopravvivi se ascolti cosa c'è, chi c'è. Semplicemente prendendo atto della varietà, della molteplicità che non cerca gerarchie, che non trova ordine se non nel nostro sguardo soggettivo, in cui individuale e collettivo si fondono creativamente.
I viaggi si raccontano, si ascoltano, si seguono, non si insegnano, non si impongono, non ce ne sono di migliori. Sono meravigliosi e insondabili combinazioni di ingredienti conosciuti ma dagli esiti imprevedibili. 
C'è sempre un residuo di irriducibilità che spezza le righe...

Ma si può anche peregrinare tra idee, pensieri, immagini onde il caso, l'ingegno o il vago sentor ci conducono...

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