Uno, di Monica Silvi |
Verso i vent'anni, dissi, avevo lavorato come "esperto" di pittura moderna
in una famosa casa d'aste. Avevamo sedi a Londra e a New York
ed io ero una delle giovani promesse.
Avrei fatto carriera, dicevano, dovevo solo giocare bene le mie carte.
Un mattino mi svegliai cieco.
L’occhio sinistro riacquistò la vista il giorno stesso, ma il destro rimase inattivo e offuscato.
L’oculista che mi visitò disse che non c’era nulla di organico, e diagnosticò la natura.
Perché non li sostituisci con vasti
orizzonti?”
Viaggiare, allontanarsi, partire per guarire dalla cecità, per trascendere le gabbie mentali e le strettoie dell'anima, per aprirsi a nuove visioni...
Per far questo non possiamo permetterci di rinunciare al nostro lato "curioso", esploratore, indefinitamente proteso verso il mondo, in sè e per sè, quello che alleggerisce il passo, innerva la mente e tiene a bada il cuore. Come uno splendido cavallo che galoppa fiero e vivace tra colline e pianure, la curiosità ci spinge ad un sano nomadismo intellettuale, che è il piacere della ricerca, dell'aspirazione, del sogno, dell'opacità che si sgretola. O più semplicemente una curiosità che è coraggio di vivere.
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