Gli innamorati-Chagall |
Eppure nessuno di noi può negare quanto possa essere positivo e sano "alleggerire" la mente e il cuore da zavorre psicologiche, da tutto ciò che non rende i nostri passi, le nostre scelte migliori solo per il fatto di essere, gravi, serie e irreprensibili. Abbiamo bisogno di una certa leggerezza che filtra la negatività, la pesantezza inutile per regalarci, non dico un sorriso ingenuo e pago, ma uno spirito più fresco, un pensiero più fecondo.
Ma l'ambiguità, la contraddizione sono compagne della complessità e fioriscono dove non sappiamo come comportarci e quanto "peso" dare a fatti, parole, gesti.
"L'opposizione pesante-leggero è la più misteriosa e la più ambigua tra tutte le opposizioni" scriveva Kundera (L'insostenibile leggerezza dell'essere).
Eppure la leggerezza, diceva Calvino, non è necessariamente un difetto, una colpa. E' un valore da coltivare, utile nel nuovo millennio. Perchè altro non è che una ricerca di cambiamento, quello che ci permette di conoscere il mondo senza essere schiacciati dal suo peso. Perciò scriveva: "devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica" (Lezioni Americane).
La leggerezza sta nello sguardo, mobile, vivace, acuto, capace di filtrare...O forse nell'amare un po' di più, noi stessi, gli altri, la vita accogliendo anche i nostri limiti.
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