PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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6.11.11

SegnaVIE: Todorov: il virtuale non basta



Il rapporto con la tecnologia, così centrale nella nostra società, nelle nostre  vite, non può sostituire il rapporto umano. Non si può archiviare la riflessione sullo spazio virtuale che popoliamo. Vale la pena ricordare le parole  diTzvetan Todorov durante un'intervista rilasciata durante il Salone deli Libro di Torino nel 2010.

"Il computer ci dà l'illusione di tutto sapere e di poter accedere ad una sapienza infinita, ma questa stessa possibilità mette in evidenza la differenza tra informazione e conoscenza. Non siamo entrati in un universo di conoscenza, siamo in un universo di informazione. Ci sono dei dati, potete leggere liste all'infinito ma la conoscenza non è questo: la conoscenza è l'incontro tra una  coscienza individuale, umana, e l'informazione, è la trasformazione in qualche cosa di personale, un modo di agire, di rapportarsi agli altri intorno a sè" afferma Todorov*.  

C'è l'urgenza nelle sue parole di salvare il contatto con gli altri per non svuotare le nostre conoscenze di umanità, per non cedere al fascino o all'incubo della quantità, quella delle informazioni. 
Al di là della polemica contro lo strapotere che stiamo regalando ai computer, è fondamentale conservare il dubbio costante sulla qualità dei nostri contatti e delle nostre relazioni. 

"Si diviene umani solo con l'interazione con coloro che ci stanno intorno. C'è un'idea semplificatrice secondo cui abbiamo una sorta di personalità profonda che è dissimulata dalle abitudini che abbiamo preso dal nostro rapporto con gli altri. No. Non c'è nulla che è in noi prima del contatto con gli altri. Noi siamo formati da questo contatto. Non esiste un essere umano fuori della cultura, dalla dipendenza dagli altri. Bisogna respingere quella illusione individualista. La nostra verità è nella relazione con coloro che ci circondano". 

Ma come non ammetter che abbiamo bisogno di semplicare.  A volte rappresenta l'unica strada per uscire da piccole impasse.  Certo da soli non sie ne esce .

*(Fonte:D.QUIRICO, Non si dimentichi la banalità del bene, Intervista a Tzvetan Todorov, La Stampa, Tutto Libri n°1713, 80/05/2010)

Download: http://www.scribd.com/doc/31116765/Tuttolibri-n-1713-07-05-2010

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