PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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17.11.11

HandPAGE: Una mostra quasi "profetica" alla Biennale Arte 2011


"E tutte le strutture sono instabili". Una frase vera, verosimile, che suona addirittura profetica tra le mura in cui è iscritta. Un titolo impegnativo e curioso per la mostra di Vesa-Pekka Rannikko ospitata all'interno della "struttura" architettonica firmata dal più grande architetto finlandese, Alvar Aalto. L'avrei vista molto volentieri domenica scorsa, ma la mostra da circa un mese non c'è più... Il Padiglione per fortuna resta, un po' ammaccato, ma si nega ai visitatori. Costruito alla fine degli anni Trenta per rappresentare la Finlandia alla Biennale di Venezia nelle settore Arte, è stato "aggredito" a tradimento da un albero a qualche metro di distanza, già tempo segnalato come minaccioso, ma come spesso accade, sottovalutato. Muoiono le persone durante un temporale, non stupisce che possano rimetterci anche i beni culturali.  Questa è la sola instabilità che va in scena in questi ultimi giorni di Biennale, forse non è proprio quella che si immaginava l'artista quando pensava al Padiglione stesso come un evento e l'arte come "fiction of fiction".

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