di Loris Gava
Quando avrete abbattuto l'ultimo
albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo
fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro, recitava un antico
proverbio indiano… Appunto, recitava! E poi con tutto questo pessimismo, questa
indole negativa, questo veder tutto nero….
Non preoccupatevi, quando
avremo abbattuto l'ultimo albero, quando avremo pescato l'ultimo pesce, quando
avremo inquinato l'ultimo fiume, l’ingegneria genetica ci avrà già predisposto
per mangiare le banconote.
E si!
Ci nutriremo in maniera
equilibrata e gustosa con il consumo attento della valuta stampata.
I ristoranti avranno menù
sfiziosi, totalmente a base di cartamoneta.
E vi dico di più: le banconote più
leccorniose e nutrienti saranno quelle di piccolo taglio che stanno diventando
oramai introvabili.
La loro bontà è data dal fatto
che essendo state manipolate, impiastricciate, ripassate tra mani, portafogli e
fondi di borsette hanno acquisito una struttura, una sapidità, una aromaticità,
un gusto inarrivabile per le banconote di taglio maggiore.
Le banconote da cinquecento euro
che venivano rigirate di rado ora si preparano in insalata.
Assomigliano, a detta degli
esperti del gusto, alle ormai dimenticate insalate fresche di rapa rossa che si
tagliavano finemente con quell’arnese che rischiava di decurtarti le falangi. Sinceramente
il gusto non è lo stesso e molto probabilmente tale paragone è dovuto ad una mera
questione cromatica.
Le insalatine da 500 Euro vengono
totalmente rigettate dai più piccole i quali preferiscono le banconote da 100
Euro accuratamente listarellate e grigliate poiché assomigliano a quelle che,
nel lontano 2012, si chiamavano patatine fritte.
I ristoranti stellati Michelin
hanno creato una sorta di confraternita dove si certifica che le rarissime banconote
da 20 Euro presenti nei propri menù hanno effettuato pagamenti per almeno
tremila acquisti. Ora stanno dichiarando una guerra dai contorni spiccatamente
etici contro quei locali che truffaldinamente propongono le stesse banconote
coniate di fresco dalla malavita organizzata; anche se solamente un
lobotomizzato sarebbe in grado di confondere i due stati d’uso, girano già voci
di facoltosi clienti russi truffati in qualche “baccaretto” a Piazza San Marco.
I dieci Euro vengono battuti
all’asta e coloro che se li aggiudicano volentieri spendono altrettanto per
potersi permettere una grattuggiatina delle monetine da venti centesimi.
Ah le vecchie monetine… Sono
state tutte ritirate dal mercato dopo che la BCE ha iniziato a stampare valuta;
la svalutazione le ha talmente deprezzate che il valore intrinseco era
superiore a quello attribuito; i mendicanti ti guardavano male quando nel fare
un’offerta te ne scappava qualcuna in mezzo a quelle da un euro.
Si dice che negli ambienti più
cool ed esclusivi di New York, per sballarsi si macinino finemente monetine da
due centesimi.
Il ritrovamento di una moneta di
un centesimo da parte di un mercantile cinese in fondo al pacifico ha scatenato
le ire della Casa Bianca e ormai ci prepariamo al peggio…
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Ho
sempre sognato di dirigere un locale,
dove nell’angolo sorgesse un
piccolo palco, ma grande abbastanza per far stare una batteria, un
violoncello e un sax.
E che il giorno dopo, sullo stesso palco,
ci fosse
una sedia e
uno sopra che legge una poesia.
Per ora sono enologo e
cerco di fare il vino per quel locale.
Loris Gava
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