di Eldies Writer
Durante
la fase di promozione del mio romanzo, ho conosciuto molte persone che hanno
affermato di preferire decisamente il
profumo della carta stampata al libro digitale, talvolta denigrando
pesantemente quest'ultimo. Leggere su un supporto elettronico stanca gli occhi,
i prodotti sono di pessima qualità, le batterie di tablet e reader si scaricano
rapidamente, non è un modo di leggere naturale e via di scorrendo. Alcune motivazioni
sono in parte condivisibili, ma l'informazione sull'argomento è ancora molto
scarsa e, soprattutto, la maggior parte degli amanti della lettura si rifiutano
per principio di provare a leggere qualcosa in formato digitale.
Vorrei
approfittare dell'occasione offertami da questo originale blog per cercare di
fare un po' di chiarezza sul futuro delle pubblicazioni elettroniche,
specialmente in Italia. Il nostro è decisamente un mercato ancora acerbo in
questo senso, frenato da mille problemi e pregiudizi, dovuti in gran parte,
come detto, alla disinformazione. A ciò va aggiunta la sistematica speculazione
sul prezzo dei reader e dei tablet, e
l'ostruzionismo feroce della vecchia editoria, timorosa di una liberalizzazione,
o meglio, di una democratizzazione della scrittura, sia essa creativa o di
concetto.
Parlo
proprio di liberalizzazione perché di questo si tratta. Scrivere è un diritto
di chiunque voglia farlo. C'è chi lo fa bene e chi lo fa male, ma è comunque un
diritto. Con la diffusione su larga scala del formato digitale diventerebbe
molto più facile pubblicare i frutti della nostra creatività, senza dover
necessariamente passare da un editore, quindi potenzialmente a prezzi
inferiori. Il rovescio della medaglia, e io lo so bene per esperienza, è che
auto-pubblicarsi espone l'autore alla critica più vera e feroce, quella dei
lettori, e chi non sa scrivere o pubblica lavori di qualità scadente viene
automaticamente eliminato dal mercato, e per lungo tempo, vorrei aggiungere. In
tal senso, la figura di un editore, e di un editor in particolare, risulta
ancora importante per la qualità delle pubblicazioni.
Purtroppo,
quella dei grandi editori, quelli che fanno il mercato per intenderci, è una
lobby che nel nostro paese non ama i cambiamenti e che alza le barricate,
proponendo ebook a prezzi esorbitanti, molto vicini a quelli dei libri
cartacei, facendo preferire questi ultimi.
Il
paragone con i mercati esteri è davvero impietoso. Senza andare oltreoceano,
dove uno dei più grandi editori come Barnes&Noble proporrà presto le
versioni cartacee delle opere che pubblica solo on demand, Francia, Inghilterra, Germania e persino Spagna ci
superano alla grande per volume di vendita delle pubblicazioni elettroniche e
dei lettori multimediali.
Un
caso curioso è però quello di Amazon, la libreria online più grande al mondo,
che commercializza un proprio ebook reader, il Kindle. Un prezzo a dir poco
popolare per la versione standard (79 $) ha permesso alla compagnia americana
di diventare in breve tempo leader della vendita di ebook, e risollevarsi dalla
crisi profonda in cui versava per il calo delle vendite dei libri tradizionali.
Immagino che molti di voi ne abbiano sentito parlare, anche senza aver mai
avuto a che fare con un libro elettronico. Provate a sbirciare sul sito
italiano di Amazon o su un'altra sua versione europea e verificate il prezzo di
vendita. 99 euro! Una leggera differenza, non vi pare? Si tratta dello stesso
prodotto da pochi dollari prodotto in Cina sul quale però la compagnia attua
una speculazione davvero vergognosa e, a mio parere, controproducente. Non
venderebbero più ebook se incentivassero anche da noi la diffusione del loro
lettore? Misteri del mercato globale
quando fa comodo che sia globale.
Vorrei
chiudere questo intervento con alcune considerazioni di carattere generale. È
chiaro che non si potrà abbandonare la carta stampata dall'oggi al domani, ma
un giorno accadrà. Magari tra molti anni, ma accadrà. Gli ebook reader si
evolvono di continuo e la qualità della lettura si fa sempre più vicina a
quella del libro tradizionale, anche se io penso che sarà il tablet il supporto
principe delle pubblicazioni elettroniche, proprio per la sua versatilità e il
suo carattere multimediale. È un cambiamento che avverrà in modo molto graduale
e quindi indolore per i più tradizionalisti. I nostri figli sguazzano nella
tecnologia fin da piccoli e sono già loro stessi 2.0 o 3.0 che dir si voglia.
Con l'ostruzionismo rendiamo solo più difficile un passaggio naturale
inevitabile. Potremo godere ancora per molto tempo del profumo della carta...
ma anche ascoltarne il suono sul nostro tablet mentre leggiamo.
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Sono
nato in provincia di Padova nel 1976, sposato, padre di una bambina, lavoro
come tecnico tessile in un'azienda del settore arredamento. Autodidatta per
necessità e per vocazione, da qualche anno ho deciso di smettere di lottare per
i sogni degli altri e ho iniziato a farlo per realizzare i miei, cercando di
trasformare la mia passione per la Letteratura, la Storia e le materie affini,
in una professione.
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