PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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20.8.12

SegnaVIE: Lascia che tutto sia com'è



"Lascia che tutto sia com'è: 
c'è confusione, c'è follia, la fiducia è sparita...
aspetta e osserva, siedi sulla riva e 
lascia che il fiume si plachi da solo. 

Si placherà spontaneamente, tu non devi fare nulla: 
hai già fatto abbastanza, adesso riposati. 

Limitati a osservare e guarda il fiume che si placa: 
ora si è fatto torbido, è pieno di fango e ci sono foglie secche che galleggiano in superficie...
non saltarci dentro! 

Hai una granvoglia di buttarti e
 fare quacosa per ripulire le acque, 
ma qualunque cosa farai 
lo renderai ancora più torbido. 

Per favore, resisti a questa tentazione: 
rimani sulla riva, non entrare nel fiume, 
limitati a essere un osservatore." 

(Yoga, il respiro dell'infinito, OSHO)

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