PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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3.9.15

HandPAGE: Domande che ci scorrono nelle vene

<E’ l’ultima occasione per vedere se i governanti europei saranno all’altezza della Storia. E l’occasione per ognuno di noi di fare i conti con il senso ultimo dell’esistenza> recita la chiusa dell'articolo di Mario Calabresi  "la spiaggia su cui muore l'Europa" e di qui mi permetto di fare due brevi considerazioni, con la premessa che non mi interessa la polemica sulla pubblicazione della foto, di fronte alle urgenze del 'cosa' succede il 'come' lo racconto, tutto sommato può passare in secondo piano (in secondo piano, sottolineo, non in ultimo). E le considerazioni sono personali. Essere all'altezza della Storia vuol dire che siamo tutti parte di un filo che  unisce le nostre diversità, dov'è finito questo filo? Evidentemente si è sfilacciato nelle scelte di ampio respiro che governano i contesti quotidiani. Ogni punto di vista esiga il rispetto di sé senza dimenticare di non essere solo. Prima di essere cittadini, titolari di diritti di una comunità specifica, siamo esseri umani che imparano ( e si impara da qualcuno, con qualcuno e per qualcuno) ad essere umani. Fare i conti, ognuno, con il senso ultimo dell'esistenza, significa scoprire questa doppia appartenenza l'arduo compito di 'dare senso' ogni giorno. Non servono polemiche, né sottrarsi all'impegno di fronte al volto dell'altro. Non mi gratifica criticare chi ha un'opinione diversa dalla mia, facciamo un passettino indietro, alle origini delle nostre opinioni, alle domande che ci poniamo. A quali domande, a quali parole, a quali emozioni, ci scorrono nelle vene. 

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