PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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5.4.13

RaccontARTI/Danza: Danza Sensibile, un passo alla volta

Quanto passi prima che l'umanità imparasse a stare in piede, quanta profondità in un gesto così apparentemente banale come il camminare.
L'esperienza della Danza Sensibile®, ideata da Claude Coldy, in collaborazione con due osteopati, i coniugi Marie e Jeanluis Dupuy, non fa che risvegliare la coscienza del nostro essere in movimento per vivere il corpo e le sue espressioni, artistiche e non, come spazio di crescita personale ripercorrendo il processo di verticalizzazione compiuto dall'umanità. E il primo passo non è facile, non lo sarà stato per il primo uomo, nè per il bambino quando non si accontenta più di gattonare. Non lo è a volte neanche ora che siamo allenati. Il primo passo cercato, voluto, cosciente, vive delle sue incertezze, quelle che minacciamo l'equilibrio e ricordano la caduta.  Camminare nello spazio, ciascuno con il proprio tempo, lungo una direzione, sentendo ogni singolo passo è un viaggio a ritroso in un passato ancestrale ma anche un viaggio dell'oggi, tra le nostre paure. La lentezza non ti permette di sorvolare velocemente su quello che non va. La percezione attenza e solitaria coglie ogni vibrazione, la possibilità, la ricerca. Perchè stare dentro la forma, anche quella di un semplice passo, significa viverla, anche sbagliando. Purchè si riesca a sentire fino in fondo quella forma. Purchè si resti in contatto con la sua essenza, la sua sostanza, la sua origine. Perchè la qualità del movimento nasce dall'interno.

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