di Lara Pollato
"... to write is human, to edit
is divine"
Che si tratti di un libro tradizionale, di
un ebook, o di un
articolo di giornale, la verità è che, se abbiamo un buon allenamento nella
lettura e nella scrittura, eventuali errori grammaticali, refusi o inesattezze
infastidiscono il nostro cervello come una piccola, impercettibile puntura di
zanzara.
Lo senti poi quanto può far male, quando magari senti tuo figlio
esprimersi alla Fantozzi, o come un Di Pietro. È il veleno dell’ignoranza e
dell’approssimazione che passa da pubblicazioni scritte male alla formazione
dei giovani. Ma se niente importa, perché ci lamentiamo quando ci accorgiamo
che l’italiano, piano piano, diventa lingua straniera? Il punto è che...
importa!
Nella lettura, in generale, ha valore
anche la forma, la qualità e la correttezza del linguaggio, la scorrevolezza,
l’esattezza dei riferimenti, la possibilità di fare oltre a un’operazione
intellettuale, anche un’esperienza estetica.
Non tutto
può dipendere dall’autore, che, emotivamente o scientificamente coinvolto nel
contenuto, a volte non si accorge di aspetti che sono invece di competenza
del redattore editoriale. Redazione,
editing, correzione di bozze sono passaggi importanti per qualsiasi genere di
pubblicazione, se riteniamo importante la qualità.
Nella sua neutralità al contenuto del
testo, il redattore ha il compito di “pulire” la scrittura, alleggerire dove la
sintassi si fa troppo pesante, regolando la punteggiatura e gli a capo, insomma
mette all’opera la sua precisione. Che è una dote indispensabile in questo
mestiere. Mi sono noti casi in cui la meticolosità della redattrice ha messo in
rilievo errori gravi nel contenuto stesso del testo, il cui responsabile è
sempre l’autore.
Una buona collaborazione, rispettosa dei
ruoli, tra redattore e autore è senz’altro un presupposto per realizzare un
lavoro valido.
La presenza del redattore si rivela poi
necessaria, irrinunciabile, quando si raccolgono più autori in una stessa
pubblicazione, che sia un periodico, un catalogo o una miscellanea. In tal caso
è importante l’uniformazione generale, ovvero il rispetto di regole standard
che consentano di stabilire un ordine nel caos, vista la quantità di cervelli e
metodi all’opera.
Un altro passaggio essenziale nel lavoro
del redattore è il controllo delle immagini e delle didascalie,
verificarne la qualità e i particolari per eventualmente indicare al grafico
correzioni o modifiche da apportare all’interno della foto (“c’è un vaso
orrendo che disturba la veduta di un affresco, lo cancelliamo con Photoshop?”),
spostamenti o aggruppamenti di immagini che rendano armoniosa anche
l’esperienza visiva del lettore.
Infine, gli apparati: indici di nomi, di luoghi, e quant’altro. Obbligatoria la
conoscenza impeccabile dell’alfabeto, e un occhio vigile: l’errore è in
agguato!
La bibliografia è uno strumento utile, importante per studiosi e addetti ai
lavori: è per eccellenza la base della ricerca, la testimonianza che il lavoro
svolto è un lavoro critico, scientifico, fondato sulla conoscenza delle fonti.
Per poter essere efficace, necessita di regole standard che consentano di
reperire le opere citate nelle biblioteche, archivi o librerie. Anche qui,
senso estetico e funzionalità si combinano: meglio evitare, nei titoli,
abbreviazioni o puntini di sospensione, scegliamo la completezza; nella
citazione di periodici, usiamo le virgolette all’italiana, e non i doppi apici;
se siamo di fronte a una collana, individuiamo la quantità di volumi di cui è
composta, e citiamo quello a cui vogliamo riferirci.
Come è evidente, correggere libri è un
mestiere reale, una professione culturale per umanisti, per persone a cui
piacciono le cose fatte bene e con criterio. E che tengono alla lingua
italiana, alla diffusione della cultura nei modi appropriati.
Ricalco qui il titolo della “bibbia” dei
redattori, per dire che nell’insieme dei lavori che compongono un buon libro,
sarebbe una grave leggerezza sottovalutare l’importanza del “mestiere di scrivere”.
Vi lascio i miei suggerimenti bibliografici:
L. Carrada, Il
mestiere di scrivere: Le parole al lavoro, tra carta e web, Apogeo 2011.
R. Lesina, Il Nuovo Manuale di Stile, ed. 2.0, Bologna 2009.
U. Eco, Come si fa una tesi di laurea, Milano 1977.
_________________________________________________________________________
Inizio il mio percorso espressivo
nel disegno e nella scrittura fin
dall'infanzia e
porto avanti le mie passioni
umanistiche in una ricerca tutta personale del "significato":
nell'arte si chiama studio dell'iconologia
e dell'iconografia; nella vita di tutti i giorni si traduce in una
interpretazione inarrestabile di ciò che accade e di ciò che si vive.
Dopo la laurea in Storia dell'Arte mi sono
sempre occupata di libri, che adoro leggere e correggere, e di scrittura, con
articoli e post per il web.
_________________________________________________________________________
Nessun commento:
Posta un commento