PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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18.11.11

CulturaINProfessione/MaidireFestival: My Comoda_mente Festival 2011


Comoda_mente Festival ha compiuto cinque anni, ma per me appena qualche mese, a partire da settembre  quando è iniziata la mia esperienza di volontaria per l'edizione 2011, ovvero volontariamente in prima linea, in segreteria, al telefono, per le strade. Bando all'oggettività asettica, questa volta mi concedo di essere diretta, viscerale, breve, forse un po' romantica. Si perchè senza emozioni, parole in libertà e racconti evocativi non può esserci festival. 
Del resto, a chi vuole elementi concreti su cui fare analisi, suggerisco  la lettura del report finale che è appena stato pubblicato, con tanto di numeri, dati e immagini. Quello che in un report, ovviamente, non possono comparire sono gli umori, a volte positivi, carichi di entusiasmo e belle speranze, a volte negativi, disillusi e stanchi, di quanti vivono l'esperienza "festival". Una parola, che sotto gli occhi di tutti, rimanda ad una proposta culturale composita ed articolata che "festeggia" un campo scientifico, un'arte, un personaggio, insomma un aspetto micro o macro del variegato mondo culturale. Ma non va trascurato un fatto. I festival, sempre di più, sono momenti in cui si costruiscono legami, si costruisce ed alimenta una comunità, dove ideatori, organizzatori, ospiti e spettatori si riconoscono, si ritrovano, si sostengono. Dove si sprigionano sinergie e sintonie importanti. 
Al di là di quella che può essere una politica culturale, e ci auguriamo che le nostre autorità siano sempre capaci di farsi interpreti dei fermenti culturali, i festival sono davvero un'opportunità di vivere la cultura da dentro, di contribuirvi mettendosi in gioco,  senza secondi fini, solo per il gusto di esserci, di vedere cosa succede. 
E a Vittorio Veneto, a Comoda_mente Festival, sono arrivata così, per caso, per quel caso che oggi accade nelle reti internet, su facebook, ma che poi ha bisogno di parole, sguardi, gesti, e ancora suoni, profumi, sapori, per lasciare una traccia. Ho camminato tra le vie di un paese fiero del suo nome, ho visto la gioventù forte e vibrante che ama i suoi luoghi. Non sono mancate contraddizioni, difficoltà e perplessità, ma anche quest'ultime fertilizzano un terreno che davvero germogliare. 
Basta non perdere conscienza e responsabilità che un festival può essere un luogo privilegiato dove far convivere spinte innovative e coesione sociale attraverso sperimentazione, coralità e progettualità. Comoda_mente ci sta provando, piccolo incubatore nell'area dela marca trevigiana. Ebbene un obiettivo audace, ma soprattutto prezioso. Da dove partire? Dal capitalizzare, anzi coltivare, amare, difendere l'energia, la vitalità e l'entusiasmo che si generano nel "fare insieme", nel piacere di vedere realizzato un progetto. Avviare iniziative culturali non significa solo garantirsi ospiti d'eccellenza, dialogo tra giganti, come spesso mi capita di rilevare  nel panorama culturale odierno, ma anche e soprattutto attivare un processo che ingloba e sperimenta relazioni attraverso la ricerca, l'ascolto, la condivisione. On line eoff line.
La cultura non va cercata laddove parla dai pulpiti,  ma dove si fa accogliente nei modi e scomoda nelle suggestioni. La sfida,  per Comoda_mente, come ogni altro Festival che voglia essere vivo e attuale, è proprio quella di restare fresco,  giovane non solo nell'età, nella dirigenza, ma nello sguardo, nelle dinamiche e nelle formule.
E'  nella "possibilità" che spinge ad agire motivando che nascono le emozioni in grado di ampliare i nostri orizzonti. I festival sono sempre più luoghi fisici e mentali che viviamo e riviviamo  perchè non sono mai uguali a se stessi. La sfida, poco comoda, sta tutta qua, restare immersi, a volte in balia, ma coraggiosamente "dentro" la contemporaneità, senza annegare.

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