Le nostre città sono spesso congestionate, non solo le grandi città come molti potrebbero pensare. Anche le piccole. Ripensare i flussi del traffico è certo compito degli amministratori pubblici, ma ripensare i propri percorsi di vita è compito individuale. Pedalare in bicicletta, oggi è davvero un atto civico, una scelta
culturale, quella di pensarsi parte di un ambiente, più o meno
antropizzato, un ambiente da non dimenticare, da guardare con occhi
nuovi, disegnando nuove mappe interne. Quale sguardo può aiutare a riorientarci senza perderci? Forse quello di un artista. E in effetti qualcuno ci ha provato:
Raphael Franco. Nel 2011 Raphael ha trascorso quattro mesi presso la residenza per artisti UNIDEE della
Fondazione Pistoletto Cittadellarte di Biella (Piemonte), lavorando ad un progetto, artistico appunto, che rielaborasse in modo coerente e unitario i temi della mobilità sostenibile, dell'arte relazionale e della ricerca psicogeografica. Ha unito arte e bicicletta in un binomio capace di sprigionare bellezza, responsabilità e uno stili di vita a misura di ambiente, a misura di uomo. Le due cose sono evidentemente più vicine di quanto si pensi.
Dall'intervista rilasciata a Clara Iannarelli di Greenews.it:
[...] Il tuo progetto si chiama Cyclingscaping, che è una bella unione di termini come landscaping and cycling, una sorta di viaggio nel paesaggio però in bicicletta…
Il progetto si propone di approfondire le nozioni di identità visiva e i modi di vivere il paesaggio urbano e naturale attraverso l’interazione tra artisti, appassionati di bicicletta e gli abitanti di Biella di tutte le età. Tutto parte dalla bicicletta come mezzo di trasporto sano e green,
e poi il resto si è svolto attraverso incontri informali e gite in bici
in cui le persone hanno potuto raccontare e condividere con me e tra di
loro le relative esperienze in merito alla città e i suoi dintorni, la
sua storia e i suoi luoghi. Il risultato di questo progetto creativo e
collaborativo è stato una mappa ciclistica informale di Biella e dintorni.
[...]Quale impatto ha quest’esperienza sulla società? Tu parli di
casi singoli, ma come può il grande pubblico essere influenzato
da questa nuova modalità di pensare e muoversi?
R) Io sono interessato a un processo che si attiva. Penso di aver attivato una cosa nuova a Biella. Non stiamo parlando di grandi numeri, 30 persone sono state toccate direttamente e coinvolte dal mio progetto. A Biella
adesso c’è più gente di prima che va in bicicletta, che guarda la sua
città in un modo diverso. In qualche modo si è attivata una
consapevolezza nuova. Ed è questo ciò che rimane, oltre ovviamente alla mappa che è anche importante. La mappa,
che è il risultato di questi mesi di residenza, è importante perché
apre possibilità, a chi non sa nulla del progetto, di capire cosa è
successo. Ed è una mappa psicogeografica, e interattiva
perché chiunque può apporre vari indicatori di gradimento, di
pericolosità, sui luoghi che ritiene opportuni. Ma oltre alla mappa,
ripeto, credo di aver mosso qualcosa nelle persone che ho incontrato e
quello è il risultato più interessante per me.
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