PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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2.2.12

ENews: Quanto sprecariato!


Se non ora quando? Questo è il tormentone del nuovo millennio. Torna ogni qualvolta, nel segno dell'urgenza, c'è la voglia di lottare, di fare sentire la propria voce. Espressione nata dalle donne per le donne, mentre tornano a rivendicare diritti forse mai acquisiti, ma in ogni caso portatrici sane, sanissime di voglia di cambiare le cose. Espressione che torna drammaticamente quando si parla di disoccupazione giovanile: 31%. Se non ora quando ci decidiamo a dire che la condizione dei giovani è immorale per un paese civile? Soprattutto quando questa gioventù ha scelto di studiare, aprire i propri orizzonti mentali, per poi schiantarsi contro l'insuperabile inesperienza che la lunga fila di stage non sembra colmare mai, a meno che compaia nel curriculum il nome di qualche grande azienda stellata. 
Non si tratta di farsi imprenditori di se stessi, anche un po' venditori di fuffa, si tratta di riconoscere lo stato di "sprecariato" in cui versa l'Italia, la dissipazione illogica e involutiva di risorse umane che acquisiscono saperi, ma sono accusati di inesperienza..e da chi? Da quelli che l'esperienza l'hanno fatta con la sicurezza psicologica, oltre che economica, di avere anche solo un rimborso spese a fine mese. Si chiama gavetta, mi dicono. Ma quando devi fare stage gratuiti, e magari in settori lontanissimi dal tuo ambito di studio, io lo chiamo sprecariato! 
"Sei tornato in Italia dopo un periodo all'estero? Ma perchè l'hai fatto?". Come minimo ti ritrovi declassato. E' il senso comune che parla, forse per una volta, il buon senso comune. 
Ma oggi abbiamo capito il problema!! E già!
Mi spiace dirlo ma non è di retorica di bassa lega che c'è bisogno. Monotono il posto fisso? Chiariamolo, non è l'idea del posto fisso che distrugge i sonni sul futuro di chi vuole costruirsi una vita libera, civile e possibilmente fatta anche di legami. Gli affitti sono fissi, i canoni pure, le tasse ancora di più...che monotonia!!! 

(Per chi vuole divagare un momento osserverei che il sole in effetti sorge e tramonta ogni giorno, che noia, perchè non cambiamo anche i moti solari? Magari lo spread si abbassa, cala l'inquinamento, muoiono i parassiti...ma suvvia abbandoniamo questa triste divagazione e torniamo ai giovani, quei poveri bamboccioni!)

Si osserva, infine, che c'è un'ampia fetta di giovani che sfugge alle statistiche: non studia, non lavora. Non è che forse il lavoro in nero, l'evasione fiscale la fanno ancora da padroni...soprattutto a danno dei giovani che pur di farsi quella famosa "esperienza" lavorano a qualunque condizione?   

I giovani non vogliono il posto fisso, vogliono tornare a pensare che quello che fanno porterà dei frutti, che seminare affidabilità, professionalità, impegno vuol dire ancora raccogliere soddisfazioni. Vogliono, come i loro padri, avere uno stipendio, non si sognano nemmeno le pensioni baby!
Vogliono fare esperienza e imparare da Persone competenti e responsabili. Dove sono? 
Stiamo ripercorrendo la piramide di Maslow, si proprio quella dei bisogni, ma al contrario. Tanta voglia di realizzarsi ma manca la base...



2 commenti:

  1. putroppo quando un ex giovane come noi parla così, di solito viene pure sbeffeggiato da un raccomandato che siede sul suo culo dietro una scrivania.... http://psicologiaeinterazioni.blogspot.com/2012/01/mr.html
    gli arroganti siamo noi, ci fanno credere... per non parlar di quelli che, aria di chi la sa lunga eh sì, liquidano tutto con "il lavoro c'è, basta darsi da fare"

    p.s.: ottimo post pieno di rabbia e di cose stra-giuste; non avevo capito che avevi anche una vena "indignata"

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  2. Non bisogna farsi mancare nulla...nè lo sguardo comprensivo, paziente e pronto a mettersi in discussione nè quello indignato e meno disponibile ai compromessi...un equilibrio difficile, instabile ma segno che si è ancora vivi dentro! Aspetto il tuo contributo... ;-)

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