PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

CATEGORIE

20.3.12

HandPAGE: Punto e d'accapo?


E' affascinante pensare alle innumerevoli possibilità di vita che ciascuno di noi ha sin dalla nascita, anche se poi ci limitiamo a viverne solo alcune. Ormai è un dato acquisito che il contesto socio-culturale in cui cresciamo contribuisce a fornirci categorie, mentali, approcci, abitudini con cui vedere il mondo e affrontarlo. Ma in fondo questa consapevolezza raramente muta le nostre scelte se non quando incontriamo qualcuno diverso, tanto diverso da crearci qualche problema, qualche domanda, qualcuno che con la sua sola esistenza ci mette totalmente in discussione. E non mi riferisco ad una persona che arriva da chissà dove. A volte basta spostarsi da una città ad un'altra per respirare tutt'altra aria, per avvertire uno sfasamento di valori, di linguaggi, di modi di fare, per avvertire come qualcosa dentro urla alla ricerca delle proprie ragioni. E lì si gioca tutta la nostra plasticità o la nostra irriducibile caparbietà. In ogni caso il disorientamento è in agguato perchè è in gioco la nostra stessa identità, il nostro "Chi sono?". Perchè  non "siamo" mai qualcosa senza relazionarci con gli altri. Perchè in questa relazione confermiamo, rinnoviamo o demoliamo qualcosa di noi, del mondo. Così quando mutano le coordinate generali della nostra vita, insieme ai luoghi e alle persone che ci circondano, qualcosa dentro si fluidifica o si pietrifica, un po' l'uno, un po' l'altro.  E capita di dirsi "punto e d'accapo"? Ma è molto di più, è un punto tra due "a capo".

Nessun commento:

Posta un commento